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la Baronessa Elvira Marincola Cattaneo
Nata a Catanzaro il 4 maggio 1904 dal Barone Vitaliano Marincola Cattaneo e Leonilde Giulietti, passa l’infanzia con i genitori a Catanzaro frequentando gli ambienti aristocratici, le viene impartita un’istruzione elementare in scuola pubblica e poi studi privati come si usava a quei tempi per le ragazze nobili. Sposa nel 1927 Falcone Giuseppe di Squillace, benestante, imprenditore e proprietario terriero, vedovo e con una figlia grande, da lui ha un primo figlio nel 1930 chiamato Giuseppe. Tra le proprietà del marito c’è l’ex “Villa Fazzari” a Copanello che viene utilizzata come residenza estiva e foresteria, e quasi tutto il promontorio del Monte Moscio da Punta Cardillo oggi lido di Copanello, alla Grotta di San Gregorio oggi Blanca Cruz spiaggia di Caminia. Rimane vedova nel 1935 ereditando parte della proprietà. La profonda umanità e fortezza d’animo la portano ad occuparsi delle genti meno abbienti che in lei trovano “La mamma dei poveri” come veniva soprannominata. Le piaceva vivere tra la gente per la gente e non si preoccupava della divisione tra classi sociali che all’epoca erano ancora molto marcate e profonde specie nel Sud Italia. Era una figura carismatica ed anche nel fisico impartiva un senso di autorità e nel contempo di fascino fuori dal comune. Abile nelle arti domestiche come nella conversazione amava mettere queste doti al servizio degli altri. Nel 1937 incontra a Squillace per caso, il confinato politico Giovanni Gatti nato a Nonantola di Modena nel 1913, subito se ne innamora e lo vuole sposare, la famiglia la ostacola in ogni modo ma nonostante tutto, in maniera romanzesca riesce nel suo intento con un matrimonio segreto nel dicembre 1937. Si stabiliscono ad abitare a Copanello e lì con grandi sacrifici e forza di volontà riescono a salvare la proprietà dai debiti. Nel dicembre 1939 nasce il secondo figlio Libero. Il marito è Geometra, soprannominato “l’ingegnere”, uomo perspicace e dotato di capacità non comuni e di grande umanità. Insieme formano una coppia perfetta e intraprendono nel periodo di guerra, numerose iniziative a favore della popolazione più povera di Stalettì e dei comuni limitrofi, come alloggi e viveri per i campi di orfani rastrellati, fabbricazione e distribuzione del sapone allora introvabile, elettricità a Stalettì, ecc. A partire dall’immediato dopoguerra la sua casa diventa crocevia e salotto per aristocratici e non, intellettuali e uomini comuni. Nel 1953 muore il primo figlio Giuseppe in un tragico incidente stradale. Il profondo amore per la terra di Stalettì e la sua popolazione la spinge ad occuparsi di politica, il marito anche se di idee politicamente opposte alle sue la coadiuva con fervore, viene eletta per la prima volta sindaco di Stalettì nel 1955, un periodo difficile di ricostruzione dopo la guerra quando ancora la fame e la povertà attenagliavano il Sud Italia. Viene rieletta sindaco nel 1960. Iniziative da lei promosse durante le due legislature sono: edificio scolastico, costruzione nuovo acquedotto, costruzione e pavimentazione strade, ricostruzione ed allungamento rete fognante, promozione di iniziative per diminuire la disoccupazione, ricostruzione del palazzo municipale, ecc. Per motivi di salute decide di ritirarsi dalla vita politica nel 1964. La sua morte avvenuta prematuramente nel novembre 1970 ha lasciato un vuoto e tutti coloro che l’hanno conosciuta serbano di lei un dolce e indelebile ricordo. Queste righe sono state redatte dalla Dott. in Farmacia Elvira Gatti, figlia di Libero Gatti e nipote della Baronessa Elvira Marincola Cattaneo. Copanello 10 aprile 2002 |