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l’azienda agricola.

L’azienda è ubicata in terra di Calabria, sul promontorio di Copanello, nel territorio del Comune di Stalettì, in meravigliosa posizione panoramica da cui si domina il mare Jonio e l’intero Golfo di Squillace. Il promontorio è caratterizzato da boschi di alto fusto, rimboschimenti del Corpo Forestale, e da profondi valloni con burroni molto scoscesi, che conservano una naturalità diffusa di flora spontanea e fauna selvatica.
L’azienda dispone di una ricca varietà ambientale costituita: botanicamente, dalla presenza di macchia mediterranea, circa 3500 metri lineari di siepi naturali con mirto, lentisco, querce, sughera, ecc. faunisticamente, dalla presenza di numerosissimi uccelli anche rapaci, anfibi (esiste un piccolo ruscellamento naturale), rettili e micromammiferi insettivori, compresi i pipistrelli. Archeologia e storia: sul promontorio di Copanello ci sono stati antichissimi insediamenti pregreci (Skilla), greci (Skilletion), romani (Scolacium), tardoromani (Cassiodoro con i suoi conventi Vivariense e Castellense), bizantini e saraceni (castrum fortificato), terremoti vari e normanni (distruzione, abbandono e spostamento dell’abitato nell’attuale sito di Squillace), borbonici (ricostituzione oliveti), piemontesi (ampliamento oliveti, ricostruzione casa rurale e frantoio meccanico nei primi anni del ‘900).
Proprietari: Cricelli prima del 1925, Falcone dopo il 1925, Baronessa Elvira Marincola Cattaneo dal 1954. Libero Gatti eredita l’azienda nel 1970.
In origine l’azienda aveva una superficie di oltre 80 Ha. Coltura consociata con 8.000 piante di olivo, 4.000 piante di mandorli ed altri fruttiferi minori, 4.000 piante di fichi. Per una tradizione secolare la coltivazione era affidata a molti coloni che nel loro tempo libero raccoglievano fichi, mandorle, frutti minori, granaglie, legumi, ecc. per il loro compenso trattenevano due terzi dei prodotti e consegnavano al proprietario l’altro terzo. Al proprietario erano riservate le piante di olivo ed a suo carico anche le spese di coltivazione, le tasse e raccolta delle olive, i coloni e loro familiari avevano la possibilità di lavorare pagati sia in denaro sia in olio. Dopo la seconda guerra mondiale per la paura che i contadini potessero riscattare le terre, i proprietari ripresero la completa coltivazione di tutta l’azienda allontanando i coloni, i costi dei braccianti agricoli intanto erano aumentati tanto che non era più conveniente raccogliere fichi e mandorle, di conseguenza sono state estirpate quasi tutte le piante di fichi e mandorli.
Per una lunga serie di passaggi ereditari, divisioni tra eredi, vendite per ricavare il denaro necessario a pagare le tasse di successione, la superficie dell’azienda adesso si è ridotta a circa 34 Ha.