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22 dicembre 2008
ventesimo giorno – Niau/Aratika.

     Siamo in Niau, sono le ore 6,00 e faccio la sveglia per tutti.
    Prima colazione, preparazione degli ultimi bagagli, pagamento dei costi del nostro soggiorno in case private e trasporti a terra ed in mare, e transfer con il camioncino del municipio al porto. Lunghi discorsi con gli indigeni fino all’arrivo della barca che ci porterà ad Aratika. Arriva una pilotina invece del bonitier previsto. Effettuiamo il trasbordo con una piccola piroga a motore. Ci vogliono 5 viaggi solo per il bagaglio e tre viaggi per tutti noi 6 ricercatori. Inizia la traversata in Oceano, costeggiamo Toau sul lato nord, e troviamo vento e pioggia con mare mosso. Arriviamo in Aratika alle 13,30 ed attracchiamo al porto. Ci portano ai nostri alloggi, e con grande sorpresa scopriamo che sono vecchie baracche senza porte e finestre con gabinetti e doccia all’esterno. Evidentemente il posto, pieno di cani randagi che gironzolano tutt'intorno, è un cantiere abbandonato da chissà quanto tempo, probabilmente è stato abitato l’ultima volta dagli operai che hanno costruito il porto, l’aeroporto e le strade. Subito protesto con il Sindaco di Aratika e chiedo spiagazioni perché non ci hanno ospitato in famiglie come previsto. Mi risponde che in questo periodo natalizio tutte le famiglie non hanno posti letto perché sono rientrati i ragazzi per le vacanze scolastiche ed anche sono arrivati i parenti.
     Capisco subito che qualcosa non funziona in quest’isola e che sicuramente non sono ospitali come in tutti gli altri posti dove siamo stati finora. Ho l’impressione che non sia il fatto di essere in un atollo sperduto, a Niau che è ancora più sperduto siamo stati accolti benissimo, ma che sia un problema dovuto alle persone che abbiamo davanti.
     Facciamo buon viso a cattivo gioco ed accettiamo il pranzo che ci viene servito sotto un telone all’aperto (riso bollito, pesce fritto con cipolle, pesce crudo con cipolle). I miei cinque giovani ricercatori italiani sono cotti e distrutti dal sole, dagli spruzzi di acqua salata e dagli sballottamenti della pilotina. Tutto quello che stiamo facendo, da quando abbiamo lasciato Fakarava con tutti i servizi pubblici, è vera avventura. Quì in Aratika siamo veramente isolati in mezzo all’Oceano pacifico, funziona solo il vinì, il telefonino come lo chiamano i polinesiani. Acchiappo e metto in subbuglio il sindaco del posto e con il vinì chiamo la polinesiana di Fakarava che interpella in sindaco di Fakarava che abita in Papeete. Il sindaco di Aratika, solo dopo aver ascoltato che io sono disposto a pagare, promette per domani mattina un transfer per i due miei ricercatori subacquei. Saranno accompagnati alla passe sud dell’atollo di Aratika nella farm perlifera che affitterà bombole ed attrezzature sub, per poi fare al ritorno una immersione prima del rientro.
     Per noi ricercatori ottengo per domani mattina un fuoristrada che ci accompagnerà sulla strada sterrata a nord vicino alla passe dove faremo una ricerca sulla barriera.
     In quest’isola, perdiamo un sacco di tempo per tentare di risolvere i problemi ed il tempo passa senza risolvere niente. Viene sera ed è ora di cena con il riso ed il pesce crudo avanzato dal pranzo, maccheroncini, cosce di pollo.
     Arriva un forte vento con gocce di pioggia, tuoni e fulmini, mezz’ora di furia, dopo viene la calma e rispuntano le stelle, dopo un’altra mezz’ora altra forte pioggia che tamburella sul tetto di lamiera, lo scroscio aumenta e fa tantissimo rumore. Poi arriva un debole venticello umido carico di strani profumi esotici tropicali.
     Con i ricercatori controlliamo gli appunti di questo diario di bordo, e poi interrompiamo per uscire a fare una passeggiata sotto le stelle ma, di stelle se ne vedono solo due che occhieggiano tra le nuvole e ricomincia la pioggia. Rientriamo nei nostri alloggi, la nostra baracca dormitorio dove dormiamo tutti insieme, praticamente alla polinesiana...
     Viene nostalgia non solo di Fakarava, con il lussuoso soggiorno al Resort Maitai Dream, ma anche di Niau con i modesti ma accoglienti alloggi nelle case dei polinesiani..
     Qualcuno crolla per la stanchezza, anche se sono solo le 20,30. Tutti a letto stanchi morti, subito cadiamo nel sonno più profondo.
(FOTO MNLG - NIAU - Libero Gatti in piroga trasborda sulla pilotina per Aratika)
Libero Gatti